domenica 19 maggio 2013

"FOLLEMENTE" un libro che parla di Amore. Passione. Follia. Sesso. Abbandono. Solitudine. Dolore. Violenza. Evasione. Libertà.

"FolleMente"
LA RICERCA DI SENSO DI UNA GIOVANE ELBANA, ESPLORATRICE DELL'ANIMA, ATTRAVERSO L'AMORE.

E' il libro della giovanissima Gioia Bianchi presentato venerdì 17 maggio alla Sala della Gran Guardia di Portoferraio.

Gioia Bianchi, classe 1991, lo descrive così:

"Amore. Passione. Follia. Sesso. Abbandono. Solitudine. Dolore. Violenza. BASTA. Evasione. Libertà.

Questa sono io. Questo è il Mio Libro. Ci vediamo stasera alla Gran Guardia!!"

Gioia Bianchi durante la presentazione del libro Follemente (foto C. Spinetti)
Questo il messaggio di Gioia lasciato venerdì su Facebook, quale ultimo invito prima della presentazione del libro.
Una sintesi molto chiara e concisa.
Poche parole, tutte maiuscole a sottolinearne l'importanza, tutte separate da punti per non confonderle tra loro e non mischiarle lasciando ad ognuna la propria forte identità, 
la forza e il dramma di parole come
Solitudine, Dolore, Violenza, Abbandono, Follia; 
la voglia di cambiamento e la speranza :
BASTA, Evasione, Libertà; 
e sentimenti forti e penetranti:
Amore, Passione, Sesso.

Scrivono di Lei Angela Galli e Cecilia Pacini:

"La prima volta che ho letto le poesie di Gioia Bianchi sono rimasta turbata per qualche ora, era come se avessero smosso uno strato più arcaico e pulsante, un nucleo di densa materia magmatica, che potevo quasi localizzare in una parte precisa del mio corpo. Una sensazione viva e potente, era il risveglio dell'Anima invasa da Eros, un daemon, forse l'archétipo più potente, l'impulso vitale per eccellenza...Abbiamo così, nella poesia di Gioia scene erotiche, atti erotici, pensieri erotici, desideri di fusione e aneliti d' amore, ma anche disperazione, solitudine, sconforto, vuoto... L ’Autrice ci svela una struttura, un percorso obbligato per la crescita e lo sviluppo della consapevolezza della coscienza umana. E lo fa attraverso l'arte, con l'uso della parola poetica, in maniera semplice ma profonda a volte crudamente, ma mai banalmente... Eros richiede tanta coerenza e tantissimo coraggio, perché è vero, il sociale è un pericolo per l'amore, alla società non piace l'amore, la paura del sociale è la vera grande nemica dell'amore. E allora Gioia, affronta i giudizi, li elabora, ne parla, li svela a tutti. Gioia è eroina, diventa portavoce dell'essenza stessa del Dio, lo svela ai suoi contemporanei, ha il coraggio di contrapporsi al sociale o meglio ha il coraggio di regalare con i suoi versi, a noi tutti, il corpo del Dio-Daemon rinnovato".  


Angela Galli
La credibilità dell'evento narrato, a volte cruda e cosi diretta, prende forza e delicatezza dalle foto, che ci rimandano ad una profondità di situazioni e di sentimenti talmente potenti da farcene sentire partecipi... Gioia crea la nuova tradizione che prescinde dalle regole non tanto del rapporto tra il nuovo e l'antico, quanto unifica epoche e culture lontane grazie alla passione, allo strazio della sua esperienza, alla forza del suo convincimento e infine all'impegno appassionato di trovare una nuova luce.
Cecilia Pacini
Gioia Bianchi è nata a Portoferraio l'11 novembre del 1991. Si diploma perito aziendale e corrispondente in lingue estere nel 2010, presso l'I.T.C.G. Cerboni di Portoferraio. Vive, legge, scrive nel paese di Poggio all'isola d'Elba. Lo scorso nove marzo in occasione del Premio Elba Arte Donna 2013 si è aggiudicata il primo premio per la Sezione Poesia con « Muoviti », poesia presente in questa pubblicazione.


La presentazione è stata accompagnata dal reading musicale di Luca Anselmi e Francesca Palla.

La proiezione Video è di Anna Marconi (artista realizzatrice della illustrazioni fotografiche)


Gioia Bianchi è risultata vincitrice per la Sezione Poesia del Premio ELBA Arte Donna 2013.

L'evento è stato organizzato dall'Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Portoferraio.


Casa Editrice Persephone Edizioni
Un momento della presentazione presso la sala della Gran Guardia a Portoferraio.
(foto C. Spinetti)